Il giardino sospeso di luce
Ero a Las Vegas, una sera di aprile, tempo fa, e stavo tornando a casa dopo un bellissimo viaggio attraverso i parchi nazionali a ovest.
Giuro che non ero lì per l’aspetto volgare del gioco d’azzardo, la giostra del divertimento di Las Vegas.
Ero incuriosita dall’architettura degli hotel, però, e passeggiando ho deciso di entrare al Bellagio, un hotel lussuosissimo in puro stile italiano rinascimentale.
All’interno della hall c’era un vero giardino, con un profumo inebriante prodotto da moltissime orchidee. Sono rimasta senza parole: che contrasto con la frizzante presenza della clientela distratta.
Ma sono rimasta di stucco quando ho alzato gli occhi al soffitto dal soffitto: un giardino pensile dai mille colori, composto da una miriade di fiori di vetro soffiato a mano: luminosi, trasparenti e incredibilmente colorati. Un giardino pensile di luci.
Era la prima volta che provato la combinazione di aromi e impatto visivo, fuori dalla natura e dalla mia immaginazione.
L’opera è un prodotto del grande maestro Dale Chihuly, che ho imparato a conoscere e ad apprezzare nel corso del tempo.